Il cannabidiolo (CBD), costituisce uno dei principi attivi presenti nella cannabis terapeutica. Lo si ricava, per distillazione, o estrazione oleosa, dalla cosiddetta cannabis light la cui coltivazione, in Italia, è legale. Il cannabidiolo non presenta alcuna caratteristica in grado di creare dipendenza e non provoca alcuna alterazione dello stato di coscienza. Una monografia della Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicata nel 2018, ne ha certificato la tollerabilità, la sicurezza d’uso e l’assenza di qualsiasi effetto collaterale, anche nei trattamenti prolungati (World Health Organisation, 2018).
Il CBD, a seconda della dose, esercita, nell’uomo, e in molti animali, un’azione farmacodinamica ansiolitica, a bassi dosaggi (possiamo definirlo, in questo caso, un tranquillante minore o, anche, con termine più moderno, un ansiolitico) e di tranquillante maggiore, a dosaggi più elevati: In questa circostanza, assume le caratteristiche di antipsicotico, con un profilo farmacologico simile ai neurolettici di seconda generazione, come la clozapina, senza però nessuno dei pesanti, potenziali effetti collaterali di questa famiglia di farmaci. Può essere utilizzato, dunque, nel trattamento integrato della schizofrenia (Scrimali, 2008).
Il cannabidiolo appare, già oggi, un perfetto candidato al ruolo di prodotto altamente utile per la salute umana, ma, anche, degli animali vicini all’uomo, quali gatti, cani, criceti, conigli, cavalli e pappagalli, tutti trattabili, con successo, utilizzando il cannabidiolo.
Per completare la descrizione, del profilo terapeutico del CBD, è necessario parlare delle attività antinfiammatoria, antiossidativa, ed anti-aging espletate grazie, soprattutto, alla interazione col recettore CB2, su fegato, pancreas e intestino, da una parte, e su cellule del sistema immunitario di milza, tonsille e torrente ematico, dall’altra, presenti, comunque, anche nell’encefalo (Scrimali, 2020).
Diverse malattie del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, la corea di Hungtington, la sclerosi laterale amiotrofica e la sclerosi multipla, sono state collegate alla produzione, da parte di cellule cerebrali della microglia, di sostanze protagoniste del processo infiammatorio e degenerativo cellulare, quali le citochine ed una serie di nocivi radicali liberi che determinano, nel complesso, un grave stress ossidativo, sul quale il CBD può intervenire, in termini terapeutici, con le sue attività farmacodinamiche antiossidative e antiinfiammatorie.
Per quanto riguarda l’area psichiatrica e psicologica, il cannabidiolo risulta molto efficace nel trattare patologie, oggi molto diffuse, quali ansia, insonnia e disturbo di panico. Per quanto concerne i disturbi del neurosviluppo, ampiamente documentata risulta l’efficacia del CBD nel trattamento integrato dei disturbi dello spettro autistico e nei disturbi neurocognitivi quali le demenze.
Limitate ma promettenti evidenze, provenienti, da alcuni studi, già presenti in letteratura, ma, anche, dalle mie personali ricerche, attuate presso Centro Clinico ALETEIA, sono state acquisite nel trattamento integrato della schizofrenia. (Scrimali, 2006).
Le azioni farmacodinamiche, antiossidativa e antinfiammatoria, del cannabidiolo, possono essere utilizzate nel trattamento di molte malattie, riconducibili a processi eziopatogenetici auto-immunitari, quali l’artrite reumatoide, la rettocolite ulcerosa e alcune forme di epatite.
È stato documentato, con successo, anche un possibile uso terapeutico nelle malattie cardiocircolatorie, quali, per esempio, ipertensione e arteriosclerosi, nella normalizzazione dell’appetito, sull’attività sessuale e nelle pratiche sportive, in quanto in grado di eliminare, se assunto, dopo l’allenamento, i dolori imputabili ai microtraumi muscolari ed articolari e favorire la metabolizzazione dell’acido lattico.
Il cannabidiolo, diluito in acqua, diventa un valido collutorio, grazie alle sue attività antimicrobiche e antinfiammatorie e si rivela anche un prezioso rimedio per le malattie della bocca, quali le aftosi, le gengiviti ma, soprattutto, la temibile parodontite, che può portare alla perdita dei denti, anche in soggetti relativamente giovani.
Da segnalare che il cannabidiolo si trova presente, come sostanza terapeutica, per l’epilessia, nel farmaco Epidiolex, già registrato negli Stati Uniti ed in Europa e in vendita in farmacia.
Il più importante limite del CBD è costituito, attualmente, dal suo costo elevato e dalla limitata efficacia, se utilizzato sotto forma di preparato in olio di oliva, di semi o di cocco- Purtroppo, queste preparazione di cannabidiolo, in vettore oleoso, sono oggi quelle più diffuse sul mercato. Ciò costituisce un vero problema perché la quantità di cannabidiolo, che viene effettivamente assorbita, è bassissima, col risultato di acquistare un prodotto molto costoso, senza poi riscontrare alcun risultato terapeutico. In tal modo, la reputazione del cannabidiolo ne risente negativamente perché viene, alla fine considerato, alla stregua solo di un costosissimo placebo.
Per tali ragioni ho lavorato intensamente, negli ultimi anni, per sviluppare, presso i laboratori di Cannabis Medica ALETEIA, (www.cannabismedicaaleteia.it) una formulazione high tech di cannabidiolo, definita liposomiale e nanometrica. Significa, in sintesi, che la molecola del cannabidiolo, che per sua natura, non si scioglie in acqua, viene resa idrosolubile mediante un procedimento fisico che la lega a molecole idrofile. Si creano, dunque, delle droplet, ossia della particella molto piccole, dell’ordine dei micron, le quali inglobano, al loro interno, il CBD ma, all’esterno, esibiscono un mantello idrofilo che consente loro di sciogliersi in acqua ed attraversare facilmente le barriere mucose.
Il prodotto, che ho realizzato e depositato, per il brevetto, si chiama NegEnt ed è costituito, appunto, da cannabidiolo liposomiale nanometrico. Poche gocce (da due a cinque), deposte sotto la lingua si assorbono immediatamente, esibendo l’azione terapeutica, per esempio, nel dolore, entro quindici minuti. L’assorbimento è, poi, quasi completo, al contrario di quanto avviene coi prodotti a base di CBD offerti in forma oleosa.
NegEnt si è dimostrato molto attivo, efficace ed efficiente, per il trattamento di ansia, insonnia, panico, disturbi dello spettro autistico, demenze e nella schizofrenia. Per quanto riguarda il dolore, si è rivelato utile in diversi casi, quali, quali mal di denti, dolori mestruali, dolori da traumi e ferite ed attivo in numerose forme di infiammazione sistemica, quali la fibromialgia e la rettocolite ulcerosa.
Tullio Scrimali
Bibliografia:
Scrimali T. (2006) Entropia della Mente ed Entropia Negativa. Milano: Franco Angeli
Scrimali T (2008) Entropy of Mind and Negative Entropy. A Cognitive and Complex Approach to schizophrenia and its therapy. London: Karnac Books.
Scrimali, T. (2020). NegEnt: A cannabidiol-based herbal medicine. Theoretical aspects, pharmacology, clinical and research perspectives, economic and social implications. International Journal of Herbal Medicine, 8(5): 143-151
Scrimali T. (2022). NegEnt. Cannabidiolo liposomiale in medicina umana e veterinaria. ALETEIA Publisher, Enna.
World Health Organisation (2018). CANNABIDIOL (CBD) Critical Review Report. Geneva.